La ricostruzione del velivolo statico in scala 1:1 dello SVA 11779 pilotato all’epoca da Aldo Finzi è stata attuata nel laboratorio di via Bassa 38 a Vallese. L’ideazione e la progettazione è stata possibile utilizzando alcuni disegni di massima disponibili anche in rete. Si è dovuto poi riprogettare a misura reale, tutte le parti strutturali, partendo dalla fusoliera attraverso la intelaiatura formata da longheroni e centine progressive racchiuse da una sottile lamina di compensato preposto come rivestimento. Le misure dei piccoli disegni sono state riportate in scala 1:1 partendo dai due prospetti (pianta e il fianco). Dopo esser stata assemblata la fusoliera con parti interne anche in ferro tubolare la ricostruzione è proseguita con la costruzione e il montaggio del carrello a due ruote, impiegando due semplici ruote da bicicletta poste anteriormente al centro di gravità dell’aereo e un pattino collocato all’estremità quasi sotto il timone. Per l’inserimento del carrello, si è dovuto sospendere in aria la sola fusoliera imbragata e sollevata con un verricello agganciato ad una struttura in metallo alta quattro metri. Le ali di portanza, più lunghe quelle superiori, sono state strutturate assemblando due longheroni con le varie centine sempre di compensato. La superficie alare è stata realizzata con tela speciale Dacron incollata, stirata a caldo e trattata con turapori. Anche gli stabilizzatori, il timone orizzontale e la deriva sono stati realizzati come le ali di portanza. Sono state rispettate fedelmente le dimensioni del velivolo secondo i disegni iniziali. La lunghezza della fusoliera con il timone è di m. 8,25 l’apertura alare superiore di m. 8,20 l’altezza di m. 2,39, l’elica m. 254. Terminata la fusoliera, nella sua struttura, successivamente è stata dipinta di color marrone ed inserito sia a destra che a sinistra anche il leone di San Marco e l’acronimo S.V.A 11799 di color nero. Anche gli stabilizzatori e la deriva sono stati dipinti, ma di color azzurro, il timone a tre strisce verticali verde bianche rosse con la scritta S.V.A. di color nero, mentre da ambo le parti della deriva e sotto gli stabilizzatori il numero 5 di color bianco. Le ali più corte e quelle superiori nella parte sottostante sono state dipinte di color bianco e nella parte terminale a destra di color verde e sinistra di rosso. Le ali superiori e anche nella fusoliera riportano la coccarda della bandiera Italiana. Tutte le superfici sono state trattate con colori acrilici ricoperti da un sottile velo di vernice trasparente opaca a protezione. Il color bianco, lievemente ghiaccio, originariamente era vivo come nella ricostruzione, nel tempo si è ossidato diventando quasi completamente giallo. All’epoca non esistevano colori resistenti ai raggi ultravioletti. Per l’elica sono stati utilizzati materiali leggerissimi come il polistirene estruso polyfoam e styrodur. Nel posto guida, il pilota ha a disposizione oltre alla leva di comando degli stabilizzatori orizzontali e la pedaliera per il timone, anche una consolle verticale dove trovano posto alcuni strumenti per il volo. Sul fianco destro proprio vicino al posto guida è stata inserita una mitragliatrice e sopra le ali un serbatoio per la benzina. Per la costruzione del biplano sono state impiegate oltre 700 ore di lavoro eseguite da un solo operatore. Ultimate le riprese con gli alunni, il velivolo sarà collocato prima in diverse situazioni espositive e dove richiesto da Enti e Comuni e in un primo momento sospeso in uno dei porticati della corte Bragagnani presso Ca degli Oppi, ma definitivamente collocato presso il Forte di Rivoli.
Angiolino Bellè